martedì 10 gennaio 2017

Step 23: Un colore "selvaggio"

Un colore selvaggio 

Riguardo all'analisi che si sta per effettuare, bisogna porre come linea guida il pensiero di Claude Levi-Strauss riguardo il pensiero selvaggio. L'autore studia la metodologia con cui l'essere umano interagisce con il mondo circostante, per imparare a conoscerlo. E secondo i suoi studi, noi siamo istintivamente condizionati a collegare ad ogni parola che utilizziamo una determinata forma, un colore ed un oggetto.


Per poter parlare del carattere primitivo del colore in esame, bisogna fare un cenno riguardante la sua nascita e la sua affermazione. 
Essendo il Rosso pompeiano una variazione del rosso nata non troppo tempo fa, essa non può avere radici così insite nella simbologia umana. Il colore nacque intorno al 10-15 a.C, in un epoca in cui le fasi primordiali della storia umana si erano già esaurite.

Un collegamento ad un aspetto "selvaggio", inteso come "naturale" e "irrazionale", lo si può trovare andando a rovistare tra la storia del colore. Esso conserva con se non solo la storia di una cultura ed un popolo, ma anche la loro distruzione. 
Perciò il carattere selvaggio e primitivo che l'umanità associa  al Rosso pompeiano è sicuramente quello distruttivo dell'eruzione che ha cancellato la città in cui era così utilizzato. 

Ad oggi, per analizzare tale colore non si può non imbattersi nella storia che porta con se, in cui l'aspetto selvaggio della natura ha scritto una pagina di storia dell'umanità, rendendo il colore e la città immortali.

L'eruzione

L’eruzione del '79 si attivò dopo aver dato dei segni prodromici abbastanza evidenti.Nei dieci/quindici anni che precedettero la tragedia, la zona circostante fu colpita da diverse scosse di terremoto e sciami sismici. Tant’è vero che le pendici del Vesuvio erano del tutto diverse da come le vediamo oggi. I rilievi erano ricoperti da una vegetazione lussureggiante e le coltivazioni di viti e ulivi si arrampicavano sin quasi sulla cima.Il Vesuvio si risvegliò alle nove del mattino del 24 agosto, tuttavia l’eruzione vera e propria iniziò soltanto verso la una del pomeriggio.Dalla colonna pliniana caddero pomici in direzione di Pompei, dove nel giro di poco tempo si accumularono formando uno strato alto circa 4 metri che seppellì interamente la città.I flussi terminano intorno alle 10,30 del 25 agosto e l'acqua delle falde sotterranee si riversò sulle rocce riscaldate dal magma, provocando una successione di violente esplosioni che scuoteranno il vulcano ancora per qualche tempo.L'eruzione era durata poco più di 25 ore, durante le quali il vulcano aveva espulso quasi un miliardo di metri cubi di materiale.

approfondimento eruzione Pompei

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