Un colore selvaggio
Riguardo all'analisi che si sta per effettuare, bisogna porre come linea guida il pensiero di Claude Levi-Strauss riguardo il pensiero selvaggio. L'autore studia la metodologia con cui l'essere umano interagisce con il mondo circostante, per imparare a conoscerlo. E secondo i suoi studi, noi siamo istintivamente condizionati a collegare ad ogni parola che utilizziamo una determinata forma, un colore ed un oggetto.
Essendo il Rosso pompeiano una variazione del rosso nata non troppo tempo fa, essa non può avere radici così insite nella simbologia umana. Il colore nacque intorno al 10-15 a.C, in un epoca in cui le fasi primordiali della storia umana si erano già esaurite.
Un collegamento ad un aspetto "selvaggio", inteso come "naturale" e "irrazionale", lo si può trovare andando a rovistare tra la storia del colore. Esso conserva con se non solo la storia di una cultura ed un popolo, ma anche la loro distruzione.
Perciò il carattere selvaggio e primitivo che l'umanità associa al Rosso pompeiano è sicuramente quello distruttivo dell'eruzione che ha cancellato la città in cui era così utilizzato.
Ad oggi, per analizzare tale colore non si può non imbattersi nella storia che porta con se, in cui l'aspetto selvaggio della natura ha scritto una pagina di storia dell'umanità, rendendo il colore e la città immortali.
L'eruzione
L’eruzione del '79 si attivò dopo aver dato dei segni prodromici abbastanza evidenti.Nei dieci/quindici anni che precedettero la tragedia, la zona circostante fu colpita da diverse scosse di terremoto e sciami sismici. 
approfondimento eruzione Pompei
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