Anatomia di un colore
Monologo di un colore, monologo del colore Rosso Pompeiano.
Un rosso come gli altri? Non credo proprio.
Io non sono un rosso comune, non richiamo al fuoco, nè al calore e neppure alla passione.
Io mi elevo dal grado sensibile del colore, arrivando a racchiudere un elemento di
assoluta importanza: la storia.
Il mio nome nasce dalla storia di un determinato popolo che tra il II e I secolo A.c ha fatto sì che il mio nome fosse riconosciuto in tutto il mondo.
Ricordo che del mio utilizzo se ne fece abbondantemente per affrescare gli edifici pubblici, i templi, le case, tanto da esser diventato il colore rappresentante di un certo gusto architettonico, ovvero quello classico.
Racchiusi tra i miei pigmenti i servizi fondamentali degli uomini, le loro passioni ed i loro vizi. Io sono il colore che ne ha visto la nascita e la caduta.
Sono stato temprato e variato dal Disastro vulcanico del 79 a.C che ha cancellato il popolo che rappresento, rimanendo una delle poche ma significative tracce di quel periodo.
L'evento assunse così grande importanza che rimase legato indissolubilmente a Pompei, e di conseguenza rimase legato anche a me ed al mio nome.
In seguito a tale evento, cambiai anche chimicamente. Il grande calore ed i gas generati dall'eruzione alterarono i miei legami chimici e alcune mie tonalità variarono significativamente: rendendo la mia storia ancora più unica.
Dalle mie tonalità dure e intense traspare la scelta ed il gusto dell'antica civiltà Romana, in cui sono parte integrante della cultura e di tutto l'immaginario inerente alla cultura classica.
Io sono il Rosso Pompeiano.